La nota rivista del settore 'Elaborazioni
moto' Special Mag
( sito ) ha pubblicato
sul numero di ottobre un servizio su una nostra creazione, ecco che hanno
scritto:
Suzuki TL 1000 R by Rosmoto
Si chiama Mr. Rosboch (“Ros” per gli amici) ed è capace di tutto pur di ottenere cavalli, prestazioni ed affidabilità. Il risultato della sua grande passione per i motori e per il tuning è questa Suzuki TL 1000 R by Rosmoto da 139,5 cv
Parlare
con Mr. Rosboch non è certo cosa facile. La sua officina è un posto di
“adunata” per i rider della zona in qualsiasi ora mentre il telefono è
perennemente occupato, night & day... Forse l’unica vera soluzione è
mandargli un fax con su scritto “devo preparare la mia moto, ha carta bianca
sul da farsi”! Ecco, probabilmente con questa frase riuscirete a solleticare
l’interesse di Mr. Rosboch, torinese e titolare della Rosmoto Personal Bike,
location dove nulla - o quasi – è impossibile.
Come tutti gli appartenenti al mondo dei “preparatori DOC”, anche lui è un
personaggio particolare, molto appassionato e competente, con il quale è
impossibile non scambiarsi un parere tecnico visto il suo grandissimo bagaglio
nel settore tuning. Così, quando l’ho contattato (facile non è stato,
credetemi!), abbiamo parlato di moto per quasi due ore senza minimamente
accennare al motivo della telefonata… Capita anche questo nel nostro mondo!
E’ bello “respirare” la sua competenza che vanta uno “storico” davvero
incredibile in termini di modelli, casistica dei difetti e soluzioni ai vari
problemi legati all’oggetto moto. Tutto questo ha inevitabilmente creato un
“bacino” di amicizie/scambio tecnico tra il boss della Rosmoto ed i maggiori
importatori di parti speciali; una grande prova di fiducia nei confronti del
tecnico torinese che, in un ambiente sempre molto “aggressivo” come questo,
non è certo cosa da poco.
Una delle creazioni più incisive e riuscite, è certamente questa Suzuki TL
1000 R. Gialla, cattivissima, ben bilanciata, gustosissima, sono gli aggettivi
più immediati per questa moto che Mr. Rosboch ci ha fatto provare sulla pista
di Cellole, circuito che purtroppo non ha permesso di evidenziarne tutto il
potenziale dinamico. “Certo a Monza - come ha sottolineato lo stesso Rosboch -
sarebbe stata tutt’altra cosa…“, ma per questa volta va bene lo stesso.
Vorrà dire che per la prossima “belvetta” (ne sta preparando un’altra
davvero particolare che si annuncia “storica”…) sceglieremo una location
decisamente più veloce… Sapete tenere un segreto? Bene, per ora rimarrà
tale.
Ma è tempo di entrare più nel vivo della creazione torinese.
Gli interventi sono a 360°, nel senso che i “temi” della preparazione hanno
toccato tutti i punti strategici della TL 1000 R; ossia motore, alimentazione,
scarico, sospensioni, trasmissione, freni, telaio nonché estetica e
carrozzeria. Un lavoro ingente ed impegnativo che però alla fine ha ripagato il
tecnico con grande soddisfazione. L’elaborazione può essere operata sia su
una moto stradale che “pistaiola” (per partecipare quindi alla SBK,
Superstock, ecc…); a voi la scelta quindi, anche se la pista è il suo habitat
più naturale.
La moto é stata totalmente smontata in ogni più piccolo componente visto che
il ciclo di interventi avrebbe previsto, come già detto, l’intera
“riprogettazione” di alcune parti vitali.
E dato che tutto viene fatto in casa, compresa la preparazione del motore,
iniziamo proprio dal cuore bicilindrico da 996 cc. La zona termica ha subito
molte lavorazioni tra cui la raccordatura, il ridimensionamento e la lucidatura
dei condotti di scarico; gli stessi interventi hanno riguardato il
“percorso” di aspirazione cui si è aggiunta la satinatura del condotto
stesso al fine di favorire l’andamento del flusso e quindi la sua velocità
(strato limite). Anche il rapporto di compressione è stato incrementato
passando dallo standard 11,7:1 all’attuale 12.6:1, di fatto un valore
“importante” ai fini delle prestazioni nella fascia media del propulsore.
Allo scopo di bilanciare le masse mobili, è stato alleggerito ed equilibrato il
volano; si è così ottenuto un motore leggermente più pronto a salire di giri
ma soprattutto più libero e legato al gas. In fase di assemblaggio del
bicilindrico Suzuki, si è fatto largo uso di bulloneria “nobile” in
titanio, ergal e inox.
Conseguentemente è stato sostituito il filtro aria con quello della K&N a
vantaggio di una migliore respirazione e piccole ma evidenti modiche hanno
interessato l’air-box per aumentare la capacità in volume. In termini di
elettronica invece, viene utilizzata una centralina Dynojet Power Commander II,
rimappata dallo stesso Mr. Rosboch. Il montaggio di questo elemento consente
inoltre di riprogrammare l’elettronica ad ogni occasione in funzione delle
temperature esterne, pressione, tracciato e fattori relativi all’umidità e
altezza del circuito.
Grande, grandissimo lavoro é stato eseguito invece sullo scarico. Dopo una
serie di prove con materiali vari (che comunque non l’avevano soddisfatto per
prestazioni finali), il tecnico torinese ha optato per una realizzazione manuale
dei collettori. Si tratta quindi di un 2 in 1 “compensato” con diametri
43-43 in 54 mm; a questo si è aggiunto il terminale Leovince (lo stesso della
R1) adattato poi per gli attacchi Suzuki.
Passiamo al reparto sospensioni. Anche qui è stato fatto un gran lavoro che
certo non poteva essere evitato, viste le prestazioni del “mostro giallo” by
Rosmoto…
La forcella - con steli da 43 mm – ha subito modifiche nell’idraulica sia in
estensione che in compressione; per gli steli è stato scelto il trattamento TIN
mentre le molle sono Hyperpro (di tipo progressivo) con boccole di scorrimento
differenti. Completa il quadro l’anodizzazione dei foderi, sempre d’effetto
su un “giocattolo” come questo. Non poteva mancare l’ammortizzatore di
sterzo trasversale regolabile. Di identica marca (Hyperpro) il “mono”
posteriore, regolabile nel precarico ed estensione con possibilità di
“controllo” dei fluidi lenti e veloci. E’ importante sottolineare che Mr.
Rosboch ha realizzato manualmente la piastra di supporto dell’elemento
(rialzato di ben 6 mm) sul forcellone. E dopo motore ed assetto non poteva
mancare la “rivisitazione” dell’impianto frenante. I dischi anteriori
standard sono stati sostituiti con dei più performanti Braking modello “Wave”,
accoppiati a guarnizioni di attrito Ferodo CP11. Le tubazioni freno e la
raccorderia provengono dalla Lightech poi adatte e assemblate dalla Rosmoto, che
realizza inoltre i contrappesi del manubrio ed i nottolini del cavalletto. Per
la trasmissione, il preparatore torinese ha realizzato ben tre kit PBR con
catena EK 520 in modo da “coprire” l’intero range di piste nazionali: sono
infatti a disposizione tre tipologie di corone (37/38/39) ed altrettanti pignoni
(15/16/17) poi alleggeriti in casa.
Inevitabile la lucidatura del telaio e del forcellone con anodizzazione di
alcuni particolari. Le pedane sono della Valtermoto “tipo1” snodate,
modificate ed anch’esse anodizzate; alleggerimenti riguardano infine il
telaietto reggisella. La carena, in vetroresina, è Zambo così come il codone,
prelevato dal modello GSX-R 750 modello 2000. Come detto in apertura, la prova
si è svolta sul tecnico circuito di Cellole che, se da un lato non vanta punte
velocistiche “importanti”, dall’altro consente di valorizzare il carattere
dei propulsori nella fascia medio/bassa. Ciò significa uscite di traverso,
forti accelerazioni, staccate al limite per inserirsi tempestivamente nelle
curve ma soprattutto la possibilità di verificare la totale guidabilità della
moto. Devo dire che il “nostro” Ermanno Bastianini si è espresso al meglio
in questa circostanza, sfoderando tutto il suo repertorio di traversi e derapate
con grande stupore al box da parte dello stesso Mr. Rosboch. “Ma guida sempre
così quel ragazzo?“ ha espresso quasi timoroso il preparatore piemontese. In
effetti stava godendo come un bambino nel vedere la sua moto compiere “certi
numeri”… La TL 1000 R by Rosmoto parte subito e senza incertezze
evidenziando quel leggero “grassetto” al minimo; il suono che fuoriesce
dallo scarico è, senza ombra di dubbio, molto cattivo, brutale e davvero poco
riverente. Non dev’essere roba da poco stare dietro in griglia e sentirsi
sparare tutti quei cavalli… sulla visiera del casco. La posizione di guida (ma
questo è già evidente in posizione statica) è molto carica sull’avantreno;
ciò significa trovarsi spesso con il busto sul serbatoio. L’assetto è quindi
racing in sella con le pedane collocate molto in alto e abbastanza arretrate; il
risultato è quello di trovare immediatamente la propria posizione di guida
semplicemente operando sul foro di posizionamento della pedana. Certo alla lunga
i polsi risentono di questo assetto “caricato” ed occorre un po’ di
allenamento e decisione per condurre forte questa moto. Sorprende l’erogazione
ad ogni regime del bicilindrico: Mr.Rosboch ha fatto davvero un ottimo lavoro in
quanto c’è potenza in ogni tratto di gas e questo infonde una sensazione di
presenza in ogni situazione, in pista quanto su strada. Si avverte, rispetto al
modello standard, quel “di più” di carattere con una pulizia davvero
sorprendente in uscita di curva o nelle aperture più decise; è pur vero che si
tratta di 996 cc anche se le modifiche radicali all’accensione fanno
“viaggiare” in altro modo i pistoni e tutto il resto… Tirando le marce si
scopre una spinta consistente ed una rapidità a salire di giri davvero
emozionante; tutto avviene con grande linearità ma soprattutto senza buchi
anche a tutta apertura di gas. In tutto questo ho trovato un ottimo cambio ed
una frizione robusta che asseconda ogni eccesso del nostro tester rider
Bastianini; l’innesto dei rapporti è quindi rapido senza impuntature sia in
salita che in discesa di marcia anche se, l’elevato freno motore del
bicilindrico Suzuki, provoca un accenno di bloccaggio della ruota posteriore.
Questo però si rivela utile per “ingressi” di traverso a moto già
inclinata… ma non è cosa da tutti! L’impianto frenante anteriore si
dimostra sempre all’altezza: il doppio disco Braking non cede mai in
prestazioni, nemmeno dopo le tante staccate violente su questo tracciato; ottimo
anche il comportamento del binomio pompe/pinze, anche queste mai in crisi. La
frenata è quindi potente e modulabile allo stesso tempo; l’importante è far
scaldare bene il particolare impianto con dischi a “margherita” che, una
volta in temperatura garantisce prestazioni mozzafiato. Ma la “zona” più
bella di questa special é senza dubbio la ciclistica. Il lavoro “pesante”
su forcella e mono si sente tutto e gran parte del merito nella votazione finale
spetta proprio al perfetto bilanciamento dell’insieme. La forcella asseconda
ogni eccesso in ingresso mentre il mono posteriore “supporta” benissimo ogni
decisa apertura del gas tanto da infondere una grande confidenza. Ottimo il
comportamento nel tratto iniziale della curva con freni ancora pinzati; basta
mollare la presa per sentire cadere giù la moto con rapida sicurezza, con la
forcella che asseconda anche la minima imperfezione della pista. Eccellente
nella scorrevolezza, ben frenata dove e quando serve, questa Suzuki si è
rivelata un’ottima garanzia per estrosi quanto fantasiosi ingressi fulminei;
sono bastati pochi click per trovare il set-up ottimale relativamente al nostro
peso mentre abbiamo lasciato “libero” l’ammortizzatore di sterzo. Anche il
posteriore ha richiesto qualche piccola attenzione sull’idraulica, tanto per
“personalizzarne” la risposta sui fluidi lenti. Non abbiamo potuto testare
invece la protezione aerodinamica con la differente carena per via dei
brevissimi tratti rettilinei di Cellole, anche se la dignitosa altezza del
plexiglas fa presagire un buon riparo dal flusso. E mentre si fa sera e si
discute su questa “gialla”, il dinamico preparatore torinese mi spiega che
sta già pensando ad un’altra special esaltante. Mi ha detto anche il nome ma
preferisco aspettare di vederla e provarla… tanto per non “solleticare” la
concorrenza, sempre in agguato. Con la sua incontenibile passione per le
special, Mr. Rosboch é “schiavo convinto” del suo lavoro, che lo porta
sempre al confronto con se stesso. Una sfida che accetta sempre molto, molto
volentieri.
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I
prezzi del tuning
Ammortizzatore
Hyperpro con beveraggio
Lit. 2.000.000
Modifica forcella
idraulica, molle, olio, TIN e anodizzazione
Lit. 1.100.000
Ammortizzatore di sterzo trasversale Hyperpro Lit. 630.000
Coppia dischi Braking Wave Lit. 870.000
Pastiglie freno Ferodo CP11 Lit. 160.000
Kit tubi freno e frizione treccia e raccordi Lightec Lit. 230.000
Carena completa + codino Zambo Lit. 550.000
Corona ergal PBR passo 520 anodizzata oro Lit. 60.000
Pignone PBR passo 520 Lit. 32.000
Catena 520 RXO EK Lit. 405.000
Pedane arretrate Valter Moto “tipo1” Lit. 300.000
Poggiapiedi snodati Valter Moto Lit. 120.000
Alleggerimento e anodizzazione pedane Lit. 60.000
Tappo serbatoio Lit. 120.000
Parafango posteriore FBF Lit. 210.000
Bulloneria ergal Lightec Lit. 250.000
Lucidatura telaio/forcellone Lit. 600.000
Verniciatura carene e cerchi Lit. 700.000
Preparazione motore in sede Lit. 1.200.000
Centralina Dynojet Power Commander II Lit. 720.000
Filtro aria K&N Lit. 192.000
Silenziatore alluminio Leovince x R1 Lit. 594.000
Tubisteria scarico produzione Rosmoto Lit. 700.000
Olio ELF Sport 4 Lit. 34.000 al litro
Anodizzazione vari particolari Lit. 50.000
Contrappesi manubrio Rosmoto Lit. 18.000
Nottolini cavalletto Rosmoto Lit. 18.000
Prezzi in lire I.V.A. compresa
Scheda
tecnica
Configurazione
tecnica: bicilindrico a “V” di 90°
Cilindrata: 996 cc
Quote caratteristiche: 98x66 mm
Potenza e Coppia rilevata: 139,5 Cv a 9317 rpm, 11,1 kgm a 8839 rpm
Distribuzione: doppio albero “quattrovalvole”
Rapporto di compressione: 12,6:1
Alimentazione: iniezione elettronica
Capacità serbatoio: 17 litri
Accensione: elettronica con centralina Dynojet Power Commander
Frizione: a dischi multipli in bagno d’olio
Cambio: a 6 rapporti
Trasmissione (rapp. finale): a seconda del circuito
Telaio: doppio trave in alluminio lucidato
Interasse: 1:390 mm
Inclinazione cannotto: 22,5°
Sospensione anteriore: forcella Kayaba da 43 mm trattamenti riporto TIN,
molle progressive Hyperpro
Ammortizzatore di sterzo: Hyperpro regolabile
Sospensione posteriore: monoammortizzatore Hyperpro rialzato di 6 mm
Altezza sella: 812 mm
Ruote: a tre razze
Pneumatici: anteriore 120/70x17”, posteriore 190/50x17”
Impianto frenante: doppio disco anteriore Braking Wave da 320 mm disco posteriore
da 220 mm
Peso con liquidi: 182 kg
Scheda
azienda
Ragione sociale: Rosmoto Personal Bike di Ezio Rosboch
Indirizzo: Via Faletto 25, 10086 Rivarolo C.SE (TO)
Tel/Fax: 0124 425635
Specializzazione tecnica: preparazione motori e assistenza in pista, lavorazioni,
sospensioni, accessori racing, banco prova
Assistenza autorizzata: no
Carte di credito: tutte
Anni di attività: 15
SV 669
SV 699
prova di X-MOTO 6-2003